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Intervista A Roberto Sallustio

Ci sono momenti nella vita nei quali dobbiamo percorrere una strada, ricollegarci con il nostro passato, rivivere emozioni dimenticate.

Ed è proprio quello che ha fatto Roberto, quando ha deciso di attraversare i Balcani fino al Montenegro, senza mai prendere l’aereo. In solo dieci giorni che sono sembrati un’eternità, ha intrapreso questo viaggio alla ricerca di una persona molto speciale per lui, che non vedeva da tanti anni.

Ho chiesto a Roberto di raccontarci il suo viaggio particolare in questa breve intervista.

Ciao Roberto, benvenuto su Viaggio ma non Volo. Raccontaci qualcosa su di te.

Ciao Roxana, innanzitutto grazie per ospitarmi nel tuo blog. Provo a sintetizzare questi miei primi trent’anni di vita così: di origine pugliese, di formazione romana, milanese di adozione. Provengo da un paesino ai piedi del Tavoliere delle Puglie, Apricena, dal quale ‘emigrai’ per frequentare l’università a Roma. Dopo il conseguimento della laurea in Lingue, iniziai a vagabondare tra Spagna e Italia, fino a stabilirmi definitivamente a Milano.

Un giorno hai deciso d’intraprendere un meraviglioso viaggio, zaino in spalla. Partire dall’Italia per arrivare in una piccola località costiera del Montenegro. Raccontaci di questo viaggio. Cosa ha fatto scattare in te il desiderio di partire?

Il desiderio di partire per questo viaggio era scattato già da qualche anno prima. Solo che, come saprai, dire è una cosa, progettare un’altra, realizzare è ancora un passaggio successivo, conclusivo, bello, forse quello più “complicato”. Questo viaggio, in particolare, di complicazioni in sé ne ha avute molte, sia dal punto di vista della fattibilità che dal punto di vista del mood necessario per compierlo.

Diciamo che il momento giusto per partire arrivò, o almeno così ritenni, nel periodo più critico della mia vita, quando tutto ciò che avevo progettato e iniziato a costruire sembrava essere andato a rotoli.

l'eterno viaggiare 1

Che mezzi di trasporto hai utilizzato per i tuoi spostamenti?

Per spostarmi mi sono adattato un po’ alle circostanze e alle condizioni meteorologiche: autobus, treno, macchina, nave. Alcune volte ho dovuto cambiare piani, adattarmi. Mentre rispondo, mi è tornata in mente l’immagine dei cartelli stradali di Belgrado, scritti in cirillico. ?

l'eterno viaggiare 2

Un viaggio come il tuo, senza prendere l’aereo richiede una preparazione particolare? Che consigli ti senti di darci?

Preparazione particolare non saprei. A me piace camminare, quindi aver macinato chilometri a piedi non mi è dispiaciuto affatto. L’unica cosa, forse, è quella di sapersi adeguare alle situazioni, e riuscire a prospettare un piano B per proseguire il proprio cammino.

Ad esempio, da Belgrado a Sarajevo il mio programma riportava “prendere il treno”, ma una volta in loco scoprii che alcuni collegamenti su rotaia (tra cui il mio) erano sospesi, per cui dovetti trovare un’alternativa, ovviamente senza stravolgere il mio itinerario e, soprattutto, le mie tempistiche.

Quindi, il mio consiglio è di non abbattersi più di tanto, essere flessibili e cercare di godere anche della situazione meno positiva.

Before I die

Facendo un lungo viaggio in solitaria, qual è la sensazione più bella che ti sei portato dietro, una volta tornato?

La sensazione è soprattutto quella di essermi arricchito, emotivamente e culturalmente. Anche se si è trattato di un viaggio in solitaria, di fatto solo non lo sono mai stato, soli non lo siamo mai.

Hai deciso di raccontare l’esperienza di questo viaggio scrivendo un libro: “L’eterno viaggiare. The Balkan Express Journey”. Hai sempre avuto il desiderio di scrivere un libro o è stata una conseguenza del viaggio?

In realtà avevo già scritto qualcosa, però articoli e pubblicazioni di altro genere. In merito a “L’eterno viaggiare. The Balkan Express Journey”, avrei voluto sì scriverlo, ma non in questa maniera. Il libro si basa sul diario di viaggio che avevo – appunti quasi indecifrabili – e che non sarebbe dovuto restare a me.

Ma poi, si sa, a volte le cose non vanno come previsto e non volevo tenere questa esperienza soltanto per me. Ho pensato che la storia raccontata potesse servire a qualcun’altro, oltre che a incuriosire il probabile lettore circa i posti attraversati.

L'eterno viaggiare. The Balkan Express Journey

Raccontaci in poche parole di cosa tratta il tuo libro, senza però svelarci il finale, mi raccomando. ?

Questo libro tratta di una storia, di amicizia, di amore, d’incomprensione, che si svela man mano che si compiono le varie tappe del viaggio, all’interno della penisola balcanica (da Zagabria a Belgrado, passando per Sarajevo e Mostar, fino a Podgorica e Bar).

La scrittura è strutturata su più livelli e ho provato a utilizzare metodi stilistici che meglio si adattano alle situazioni del viaggio stesso.

L’intento è di accompagnare il lettore sia nei luoghi visitati che all’interno della storia, farlo diventare pian piano protagonista, permettergli di chiacchierare e confrontarsi con le persone incontrate e infine farlo quasi “correre” per arrivare alla tanto attesa, e altrettanto incerta, tappa finale.

Cosa diresti a chi non ti conosce, per invogliarlo a leggere il tuo libro?

Che probabilmente non ha mai letto un racconto del genere, nel suo complesso. Tra le singole istantanee che danno forma a questo libro, probabilmente riconoscerà qualcuna che gli appartiene e in questo modo potrà senz’altro far suo questo viaggio, questo eterno viaggiare.

Se vuoi conoscere tutti i dettagli del viaggio intrapreso da Roberto ma soprattutto se sei curioso/a di sapere il finale della storia, ti consiglio di comprare il suo libro. Si trova su Amazon oppure su altri negozi di libri online, sia in formato elettronico che cartaceo.

 

Hai anche tu una storia da raccontare? Leggi qui e contattami. Sarò più che felice di condividerla sul mio blog.

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INTERVISTA: ROBERTO SALLUSTIO E IL SUO VIAGGIO PARTICOLARE, RACCONTATO IN UN LIBRO